Quattro nuovi storicissimi locali

Apr 19, 2017 | News

Quattro “nuovi” storicissimi locali entrano nella grande famiglia dei locali storici d’Italia! Tra breve, saranno nella Guida web e il prossimo anno compariranno nella Guida stampata. Eccoli! La Trattoria Da Bussè di Pontremoli (Massa Carrara), aperta nel 1930, condotta per 80 anni dalla famiglia Bertocchi e oggi guidata con arte da Andrea e Stefania Onifacino, regno degli squisiti “testaroli”, con le delicate salette dai soffitti a botte dove sostavano l’editore Valentino Bompiani quand’era assiduo del Premio Viareggio, lo scultore Henry Moore quando corse da Firenze per vedere le straordinarie sculture antropomorfe del Museo Ambrosi, lo scrittore Bonaventura Tecchi quando vinse il Premio Bancarella con “Gli egoisti” nel 1960. Il Bistrot Chat qui Rit di Venezia, 1945, con il giovane e capace patron Giovanni Mozzato che ha raccolto questo simbolo veneziano e ne ha salvato la saletta anni Trenta incorniciandola tra i grandi cristalli delle vetrine e “aggiornando” il locale a wine bar; nel 1954, sull’onda del successo di “Bonjour Tristesse”, passava qui le serate Françoise Sagan che Elle aveva spedito in Italia a scrivere un reportage sulla Dolce vita e uscirono “Buongiorno Venezia”, “Buongiorno Capri”, “Buongiorno Napoli”; durante il Festival, s’incontravano Burt Lancaster, Luchino Visconti, Orson Welles, tutti golosi del “Gatto”, una variante dell’americano. Hotel Plaza Lucchesi di Firenze, 1860, un’architettura lussuosa e soffice in una ristrutturazione da favola, affidata al gusto e alla ricerca del direttore generale Giancarlo Carniani, che ha inserito i pezzi originali della storia dell’albergo, appliques e lampadari ottocenteschi di Murano, il grande lampadario del bar firmato Seguso, l’enorme xilografia su foglia d’oro di Giacomelli di Venezia; qui David Herbert Lawrence scrisse parti di “L’amante di Lady Chatterley”; Vasco Pratolini lo ha reso immortale in “Cronache di poveri amanti”; una piscina sul roof dove si spazia su una Firenze da sogno. Il Caffè Milano di Treviglio (Bergamo), 1896, è il locale della tradizione elegante dei trevigliesi, nella piazza principale, di fronte alla basilica di San Martino, delicato gioiello con banconi e arredi originali d’inizio Novecento e la sala con sedie viennesi e tavolini marmo e ghisa. Regno della raffinata pasticceria di Daniele e Matteo Manzotti, che lo guidano dal 1985, creatori della “Turta de Treì”, dolce-simbolo della città. Lo scrittore Hermann Hesse racconta la sosta per un caffè nel 1913 nei suoi diari italiani; si narra che lo frequentasse Mussolini quand’era convalescente in ospedale nel 1917. Nelle foto, dall’alto: il bar dell’Hotel Plaza Lucchesi di Firenze, con il lampadario di Seguso e la xilografia di Giacomelli; una saletta affrescata della Trattoria Bussè di Pontremoli; la saletta anni Trenta del Chat qui Rit di Venezia e una rara cartolina del Caffè Milano di Treviglio, dell’epoca in cui sostò lo scrittore Hermann Hesse.